Perchè li chiamiamo signori?

Oggi mi sento di fare digressioni a schema libero …..

non sono proprio soddisfatta

Mi risulta arduo, a volte, confrontarmi con …. “signori” professionisti in molti campi. I “piacioni”, “furbescamente gioviali” dei quali scrivo al maschile ma che proliferano in egual misura in entrambi i generi. O i “paurosi” che non osano, non si prendono responsabilità.

Mentre mi frullano nella testa tanti pensieri socio-filosofici, sento la eco di chi, prima di me, affermava “si stava meglio quando si stava peggio”,”un tempo le cose sì che si sapevano fare, non come ora..” … “senso di responsabilità”, “dignità”, “etica” e così via e mi sento già noiosa.

Frasi fatte, luoghi comuni. Sì, forse ….

Niente risulta tutto bianco o tutto nero.  Di sfumature di grigio ce ne sono parecchie e qualcuno ne ha diffusamente scritto … ed invidio i giovani che con convinta arroganza affermano caparbiamente che non saranno mai come i loro genitori faranno meglio, non si accontenteranno, non chineranno il capo …. Ho sempre notato che chi si proclama “contro” gridando più forte, risulta avere più “forti” probabilità di allineamento.

il più forte

 

Cionondimeno, rilevo un impoverimento sociale che non è solo quello, purtroppo importante, della vile “pecunia” che ha preso altre strade. E’ un impoverimento generalizzato, di cultura, di buone maniere, di etica e professionalità. Si lavora per massimizzare il profitto a qualunque costo.  Dici un “sì” al telefono rispondendo ad una innocente domanda e ti trovi incastrato in un contratto di fornitura senza neanche rendertene conto. E più anziano sei e più vieni bombardato.  E lo chiamano libero mercato. Evviva!

 

Come le “aziende locusta, brillantemente descritte nel libro I Signori del Cibo, interessate all’utile a breve termine e non ad una strategia complessiva: afferrano e fuggono, divorano e lasciano il deserto dietro di sè”.

i signori del ciboNon si ha compassione né preveggenza economica nei confronti di niente e nessuno.  La terra si sfrutta e si impoverisce con monocolture incongrue, semi transgenici,pesticidi. Gli animali nascono per essere allevati in modo disumano ed essere malamente abbattuti nel brevissimo senza neanche aver visto la luce del sole per essere già sugli scaffali di un supermercato e noi che siamo alla fine di questa catena, in quanto consumatori, raramente riusciamo a scegliere.  Ci dicono di leggere le etichette … my compliments! Ecco forniteci di lente d’ingrandimento in primis e di traduttore in secundis.  Ci dicono scegliete biologico, sì, bella soluzione.  Nessuno ha pensato che nel biologico, altamente appettibile, le “aziende locusta” di Liberti si siano già ampiamente infiltrate?

Non che non siano mai esistite ma il XXI secolo ha decisamente sentenziato la loro supremazia anche nel CIBO!!! Ad esempio chi mi spiega cos’è il “pomodoro vallivo”?

SupremaziaInfatti, come evidenziato ne “I Signori del Cibo esiste una contrapposizione di fondo fra aziende transnazionali e piccoli produttori in quanto due universi opposti e non conciliabili.  Per le prime, l’assunto di fondo è la massimizzazione dei profitti, a qualunque costo. Per i secondi, il principio guida è la sostenibilità della loro produzione, frutto del lavoro e di un rapporto reale e tangibile con i loro animali e con la terra”.

Allora, meno male che esistono giovani che si lanciano nella difficile professione dell’agricoltore e di chi stravolge la propria vita per lanciarsi in nuove avventure e nonostante le difficoltà, i pochi guadagni prontamente redistribuiti ad enti certificatori, enti di categoria e via di seguito, ci crede; perchè il motto è: insisti, resisti, raggiungi e conquisti!

cose buone e cattive